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Vino
26 Ottobre 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:27

Lambrusco | Dite a Massobrio che il migliore è popolare

Lunedì 24 ottobre 2011, ore 12. Le nebbie sono quelle giuste, l’autunno è ormai padrone del campo, fa freddo e cade una pioggia finissima. Alla cantina
Lambrusco | Dite a Massobrio che il migliore è popolare

Lunedì 24 ottobre 2011, ore 12. Le nebbie sono quelle giuste, l’autunno è ormai padrone del campo, fa freddo e cade una pioggia finissima. Alla cantina Paltrinieri c’è tutta la comunità del cibo dell’Emilia-Romagna stretta attorno a questa fantastica famiglia. È una festa per certi versi, un omaggio per altri. Proprio una settimana fa è scomparso Gianfranco, il padre di Alberto. Il pretesto è quello della presentazione del Grosso, il primo metodo classico dell’azienda, ovviamente da uve sorbara. È un pretesto perché in realtà l’aria è quella di un festeggiamento, la cantina ormai è ufficialmente straordinaria.

Ci sono gli enologi Attilio Pagli e Leonardo Conti, c’è la famiglia Morandi dell’Hostaria Giusti di Modena pronta per un piccolo (grande!) rinfresco e tutti quelli che a questa cantina hanno voluto e vogliono bene. A questo punto siamo tutti curiosi, bisogna sentire il Grosso. Alberto fa un breve discorso, bello e toccante. Sono soprattutto dei grazie e questo la dice lunga sull’uomo. Il Grosso deve attendere però, deve parlare Paolo Massobrio. Di vino? Di vino! Scopriamo così che l’idea di un metodo classico è nata proprio da lui, dal buon Massobrio tanti anni fa, ed oggi finalmente è realtà! Vi risparmio i dettagli, ma il succo del discorso è proprio qui. Finalmente si apre il Grosso, buono per carità, anzi molto buono.

Peccato però che il Radice sia molto più buono, e anche l’Eclisse sia molto più buono. Sono più freschi, più equilibrato L’eclisse, più scarno il Radice che in fondo, diciamolo, è un mezzo metodo classico pure lui… Ho ascoltato, ho sentito i vini, ho riflettuto a lungo sullo spirito di Alberto che vuole comunque sperimentare e ragionare, fare esperienza e confrontarsi. Ho bevuto il Radice per aiutare i pensieri e ho anche aspettato un giorno per scrivere queste righe.

Ma possibile che per valorizzare un vitigno e un territorio si debba per forza passare per un metodo classico? Che razza di ingenuità è questa?! Il lambrusco è un vino popolare, può anche essere rifermentato in bottiglia senza sboccatura e resta un vino dall’anima contadina.

Ma perché un metodo classico deve per forza essere di più? I lambrusco metodo classico, secondo la mia esperienza, sono sempre meno freschi ed interessanti dei lambrusco tradizionali. Sempre. E allora diciamolo, ma perché dobbiamo sempre rimediarla con il mestiere. Io ad Alberto l’ho detto. A voi l’ho detto.

Stiamoci attenti, perché può sempre sbucare dalla nebbia un giornalista con una grande idea… e non dobbiamo correre il rischio di credergli sulla parola.

[Giorgio Melandri]

Argomenti:
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